15/11/2018

WUDRome 2018: un grande successo!

Imke Bähr

Imke Bähr in:   Uncategorized

20 speaker italiani e internazionali e più di 300 partecipanti da tutta Italia si sono incontrati al nostro World Usability Day Rome l’8 e il 9 Novembre. Un momento di confronto ogni anno più seguito per interrogarsi sull’enorme responsabilità del design nella costruzione di una realtà migliore. Grazie a tutti per l’energia e la grande partecipazione!

20 speaker italiani e internazionali e più di 300 partecipanti da tutta Italia si sono incontrati al nostro World Usability Day Rome l’8 e il 9 Novembre. Un momento di confronto ogni anno più seguito per interrogarsi sull’enorme responsabilità del design nella costruzione di una realtà migliore. Grazie a tutti per l’energia e la grande partecipazione!

Arrivato alla quinta edizione, WUDRome nasce da un’idea da Imke Bähr e Carlo Frinolli, co-founder di nois3, con una storia alle spalle di organizzatori di eventi in una precedente società, l’esperienza nella community di Mozilla e la fondazione (insieme ad altre figure di spicco nell’ambito romano del design) del gruppo di ricerca CoDesign Jam, che promuove e fa ricerca nelle tematiche della co-progettazione.

Il tema di quest’anno era “Design for Good or Evil”: il design buono che rispetta e guida gli utenti ma anche quello cattivo in cui i principi e le regole condivise per creare interfacce e prodotti usabili sono sovvertite e gli utenti sono condotti su percorsi ingannevoli. Ogni speaker ha declinato il tema proposto in base alle proprie esperienze, regalandoci tanti spunti di riflessione.

Cennydd Bowles, autore del bestseller “Future Ethics”, ha parlato di Tecnologia Etica, ricordandoci che la tecnologia non è mai neutrale, ma è piena di inevitabili ripercussioni politiche, sociali e morali.
A seguire Katy Arnold ha raccontato la sua esperienza come Head of User Research al Governo UK e di come sia necessario utilizzare un approccio Human – Centered nella progettazione di servizi a misura di cittadino.

Dee Scarano, Product Designer & Lead Sprint Trainer per AJ&Smart, ha fatto un’introduzione al Design Sprint, l’innovativa metodologia introdotta da Jake Knapp con il suo libro “Sprint, How to Solve Big Problems and Test New Ideas in Just Five Days”.

Il tema della trasformazione digitale all’interno della pubblica amministrazione è stato ripreso nel pomeriggio da Lorenzo Fabbri, content designer nel Team per la Trasformazione Digitale del Governo Italiano.
Discorso simile è quello della progettazione di nuovi servizi a misura di utente nel settore bancario. Stefano Maggiore di Antreem e Omar Campana, Direttore IT di Bper Banca, hanno raccontato la loro esperienza e collaborazione nel design di soluzioni user – centered per Bper Banca.

Quello della fiducia è stato un tema molto caldo di questa edizione. Simone Borsci ha parlato di fiducia verso i sistemi (Trust Toward System) e dei casi in cui questa fiducia viene violata da designer e produttori. La deriva è quella dei Dark Patterns, tematica centrale dello speech di Guido Martini. Alessandra Petromilli ha trattato un tema emergente come quello delle VUI, raccontando la sua esperienza nella progettazione di un’interfaccia vocale pensata per Alexa.
Vincenzo Di Maria ha aggiunto un ulteriore tema alla discussione, parlando di design che non solo abbia come fulcro gli users ma che tenga conto anche degli abusers e dei misusers, limitando al minimo i rischi di outcome imprevisti (persino criminosi) dei prodotti/servizi che si progettano.

Con un background in Neuropsicologia, Donatella Ruggeri ha parlato di come sia necessario comprendere il funzionamento del cervello umano per prendere decisioni funzionali a progettare per il nostro vero sé.
Di salute ha parlato anche Daniela Petrillo, Design Manager presso l’Istituto Clinico Humanitas. L’attenzione al design diventerà centrale in ogni istituto ospedaliero per costruire un rapporto di fiducia con i pazienti/utenti.

Gli ultimi tre talk di giornata hanno trattato un tema molto forte come quello del design a supporto dell’attivismo politico. Federica Fragapane ha presentato il suo progetto “Stories Behind a Line, narrazione visiva del percorso di sei richiedenti asilo. Pietro Gregorini ha parlato di Solo in Cartolina, progetto nato per prendere posizione sul tema sbarchi e naufragi nel Mediterraneo. Infine è arrivato il turno di Matteo Cadeddu con il suo discorso “Change.org: human centered change”.

→ GUARDA TUTTE LE FOTO DEL CONFERENCE DAY

La seconda giornata è stata interamente dedicata allo svolgimento dei Workshop.

In mattinata Dee Scarano ha condotto un’introduzione pratica al Design Sprint, con esercizi hands-on utili a sperimentare da vicino il rivoluzionario mindset.  → guarda la gallery

Parallelamente, l’istrionico Adam St. John Lawrence ha mostrato il lato implicito del design, prendendo in prestito pratiche proprie del linguaggio teatrale. → guarda la gallery

Nel pomeriggio Simone Cicero e Luca Ruggeri hanno presentato in chiave pratica i 7 comandamenti del Platform Design→ guarda la gallery

In contemporanea si è tenuto il full day workshop “Design for Evil in a Good Way” di Marco Buonvino e Carlo Frinolli. Una originale applicazione dei princìpi del Design Thinking per la creazione di prodotti e servizi caratterizzati da una forte attenzione all’utente, alle sue caratteristiche e alle sue necessità.→ guarda la gallery

 

 

Scritto da:

Imke Bähr

Sono design researcher e product owner di nois3. Conduco per nois3 progetti di field research in Italia, Germania e Inghilterra e coordino il nostro team. La denominazione “product owner” proviene dalle metodologie agile / scrum. Il mio compito principale è massimizzare sia il valore del prodotto sia il valore del lavoro svolto dal team. In extremis significa che curo gli interessi di tutti i stakeholder di un progetto e quindi anche quelli del team di progettazione per trovare soluzioni sostenibili per soddisfare il prima possibile tutte le parti coinvolte 🙂

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