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McGraw-Hill Lunch & Learn ospita Data Driven UX

… Evidentemente la compresenza con Stephen Laster non m’era bastata.

Al balzo ho colto anche l’occasione della prassi prandiale di McGraw-Hill Education. L’antica società che si occupa di educazione dal 1888 infatti, organizza dei pranzi nella sala mensa chiamati Lunch & Learn.

Durante la pausa pranzo usano di solito ascoltano personaggi che hanno qualcosa di interessante da dire per allietargli le orecchie.
Questa volta invece è toccato a me: contenti loro…

Superata la pressione della cosa e capito come poter tarare il mio speech per non far figure, arrivo al 281 di Summer Street nel distretto di Fort Point, recentemente riqualificato e sede di alcune società legate alla tecnologia. A un paio di blocks, superato il meraviglioso Blue Dragon – ristorante dello Chef Ming Tsai, in cui trovare cose eccellenti -, ad esempio c’era LogMeIn oppure sotto a McGraw-Hill c’è la sede centrale di Knoll.

Tornando al punto, vista la mia capacità di divagare…

Data Driven UX

Non era la prima volta che parlavo di quest’argomento in pubblico, né è la prima volta che ne scrivo qui.
Sia in Data Driven Innovations che alla Social Media Week di Milano mi era capitato di sfidare la sorte e la magnanimità del pubblico parlando di un metodo che mi frullava per la testa da un po’.

Il talk è scorso via liscio e nessuno si è strozzato mentre mangiava. Questa è già una notizia o almeno spero.

Ammetto di aver patito un po’ la pressione ma in realtà poi, dai feedback ricevuti, ho realizzato che il mio timore reverenziale nei confronti dei professionisti dell’hi-tech americano era eccessivo. Abbiamo delle cose interessanti da dire, a giudicare dalle domande fatte.

Data Driven UX per Educational & UX Education

Come raccogliere i dati, come evitare di essere troppo biased dalle opinioni e frustrazioni condivise dagli utenti sui social network, come pesare le informazioni raccolte considerando le attività di content branding, social caring e Zero Moment of Truth, sono state le considerazioni più gettonate. Segno che, dal mio punto di vista, anche nel settore Educational ci può essere un beneficio nell’uso di un approccio del genere. In effetti nel talk tenuto dal Mobile Tea, fatto a braccio, lo stesso Laster aveva sollevato un punto dolente del genere con il quale in McGraw-Hill fa i conti: su quali dati progettiamo, su quali esperienze?

Il miglior suggerimento ricevuto è arrivato dal Digital Product and Design Leader di McGraw-Hill Education stessa: Dan Schwartz. Non ve lo svelo completamente perché lo vedrete presto sui nostri schermi.

Mi porto a casa la consapevolezza di essere in grado di fare un talk tecnico piuttosto impegnativo di 30′ in inglese senza uscirne con le ossa rotte. Piccole consolazioni.

Appena due su tre degli impegni ufficiali sono finiti è scesa l’adrenalina ed è ricominciata la voglia di girarsi Boston.

Avrei avuto i successivi 8 giorni di lavoro e svago davanti a me…