Una ricerca sulle App di Direct Banking italiane

Carlo Frinolli
Introduzione
di Carlo Frinolli

Le app di direct banking secondo gli utenti

Carlo Frinolli
di Carlo Frinolli

Esperienza utente, la Coop e le casse veloci.

Carlo Frinolli
di Carlo Frinolli

iOS 9 beta 3 – una review da utilizzatore precoce.

Carlo Frinolli
di Carlo Frinolli

Pillole di quotidiana (in) usabilità

Carlo Frinolli
di Carlo Frinolli

Pillole di quotidiana (in)usabilità: multitasking per iOS.

Carlo Frinolli
di Carlo Frinolli

Pillole di quotidiana (in)usabilità: tutte le direzioni.

Carlo Frinolli
di Carlo Frinolli

WMP App – Minorca World Medicine Park

Carlo Frinolli
di NOIS3
di lettura
Introduzione
Una ricerca sulle App di Direct Banking italiane

Nell’ultima settimana due fra i più grandi istituti bancari italiani hanno rivisto il proprio sito web lanciandone una versione, a loro dire, “moderna, rinnovata, fully responsive” e chi più ne ha più ne metta.

Negli ultimi mesi c’è stato un gran fermento nel settore del Fintech delle startup, quel settore che si prefigge lo scopo di innovare o intervenire nella gestione e nell’esperienza degli utenti con il risparmio, le banche e quant’altro.

Soprattutto si parla spesso di Customer Experience, di come gli istituti bancari dovrebbero fare gli interessi e tutelare i propri correntisti sia in termini di servizio bancario, ma anche di strumenti a loro disposizione.

Sarà per questo che due dei maggiori istituti bancari italiani hanno presentato ultimamente due discussi re-design, seppur firmati da agenzie importanti, certamente con l’intento di migliorare l’esperienza delle persone.

E nell’era in cui l’accesso da smartphone sta numericamente stracciando tutti gli altri accessi a internet, non poteva che passare per una disamina delle app di Direct Banking.

L’ironia della sorte però ha voluto che questi redesign uscissero proprio mentre assieme a usertest/lab e ai nostri fratellini di The Fool, stavamo preparando il lancio di questa ricerca fatta su alcune App per Smartphone di Istituti Bancari che fanno del Direct Banking il loro cavallo di battaglia: CheBanca!, Hello Bank!, ING Direct, Mediolanum, Widiba (1).

Capitolo 1
Una ricerca sulle App di Direct Banking italiane

Le app di direct banking secondo gli utenti

Nell’ultima settimana due fra i più grandi istituti bancari italiani hanno rivisto il proprio sito web lanciandone una versione, a loro dire, “moderna, rinnovata, fully responsive” e chi più ne ha più ne metta.

Lo scopo di questo post non è commentare la bontà di questi progetti, anche perché non mi sono ancora ripreso dallo shock.

L’ironia della sorte però ha voluto che questi redesign uscissero proprio mentre assieme a Usertest/lab e ai nostri fratellini di The Fool, stavamo preparando il lancio di questa ricerca fatta su alcune App per Smartphone di Istituti Bancari che fanno del Direct Banking il loro cavallo di battaglia: CheBanca! Hello Bank! ING Direct, Mediolanum, Widiba (1).

La ricerca e le attività

Come si legge meglio dal documento che abbiamo redatto insieme sono stati realizzati da una parte dei test di usabilità coinvolgendo alcuni utenti a cui è stato chiesto di usare le app commentando le loro operazioni ad alta voce, dall’altra una ricerca qualitativa sulle conversazioni nei social network in pieno stile Data Driven UX, per poter trarre alcuni spunti e indicazioni per migliorare sia l’esperienza utente, che la funzionalità, il look & feel e in generale la percezione di utilità delle stesse.

Il contributo di nois3

Il nostro contributo è stato quello di suggerire alcune indicazioni progettuali migliorative, ben sapendo che si tratta di suggerimenti legati a buone pratiche ma che ad esempio ignorano – necessariamente e anche volontariamente – dei limiti infrastrutturali e specifici di ciascuno dei prodotti analizzati.

Il mobile banking

Pur essendo diventato un canale molto importante, il mobile banking ha ancora in generale un approccio da figlio di un Dio minore: poche sono le app complete, che permettono di fare tutte le operazioni necessarie, ancora lontana è la convergenza con gli altri canali.

Osservazioni basate sui risultati dei test e dell’analisi social

In alcuni casi, soprattutto per le operazioni dispositive, il feedback all’utente per l’operazione effettuata viene percepito come confusionario. In altri, la risoluzione dei bug nelle app funzionali viene indicato come fattore che può aumentare la sicurezza nell’utente, in un momento delicato: la gestione del risparmio.

Più in generale abbiamo rilevato commenti circa la velocità delle operazioni: un’app lenta è un’app che è percepita come di poco valore, curata e che non assolve al bisogno dell’operazione in mobilità. Non solo perché la quantità di dati che si ha a disposizione è limitata, ma anche perché le occasioni in cui si può decidere di accedere al mobile banking possono essere precarie in termini di disponibilità di segnale e connessione.

I nostri interrogativi

  • È possibile realizzare pienamente la convergenza sul mobile? Avere quindi un app completa?
  • Si può dare attenzione a ogni dettaglio, inclusi i feedback all’utente nelle operazioni dispositive legate al suo risparmio?
  • Curare le performance e la risoluzione dei bug può essere messa come priorità nello sviluppo?

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Completezza delle operazioni

Una delle opinioni che emerge con più forza da parte degli utenti nella nostra ricerca è quella della parzialità delle operazioni possibili da mobile.

Con un uso in mobilità che viene riflesso dalle statistiche di navigazione di circa il 60/70% del totale, fornire un’esperienza utente e delle funzionalità monche al proprio correntista non sembra una scelta apprezzata.

Per questo nella nostra proposta abbiamo considerato l’idea di includere tutte le funzionalità principali che si possono accedere da un desktop, seppure in una modalità prioritizzata.

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Una proposta formulata nel 2016 non può far a meno delle interfacce conversazionali (chat e messaggistiche dirette) o dei comandi vocali. Bisogna però fare i conti con una un’inchiesta pubblicata da Creative Strategies in cui emerge che solo il 3% degli utenti di Siri (l’assistente vocale di iOS) lo usa in pubblico.

[immagine chat]

A dispetto di alcuni progetti premiati nell’ultima hackathon di Unicredit stessa, l’adozione di un canale di comunicazione verso l’esterno in un contesto così delicato come quello legato alla gestione del proprio risparmio, deve fare i conti con il bisogno di privacy degli utenti. Una considerazione da tenere presente per i comandi vocali legati alle operazioni bancarie.

Una buona soluzione può essere verificare la presenza di auricolari, o la risposta testuale alla domanda vocale fatta come buone pratiche da indagare.

“Ho fatto un bonifico, cosa sta succedendo…?”

In più di un test su differenti app di alcuni istituti bancari è emersa un’assenza di feedback all’utente sull’operazione appena eseguita.

In linea generale comunque un’assenza di un chiaro feedback è sempre stato e sarà sempre un problema per gli utenti che hanno a che fare con un’interfaccia. Pensate a quando siete davanti all’ascensore di un palazzo piuttosto alto e la spia di presente/occupato non vi dà l’informazione che volete sapere: “l’ascensore funziona? È occupato? L’ho chiamato io? Sta arrivando?”

Nella proposta seguente proviamo a superare il problema dando un chiaro risultato, cambiando il colore di tutta l’header e aggiungendo un’icona al CRO.

Nella fase di conferma abbiamo anche implementato il Touch ID (che vale solo per dispositivi Apple), ma anche la possibilità di inviare la ricevuta del pagamento immediatamente al destinatario, per rispondere alla User Story “come debitore voglio poter inviare immediatamente la prova di bonifico effettuato al mio creditore per dimostrargli il fatto di aver pagato”.

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Sfruttiamo i sensori dello smartphone

Ammettiamo di stare utilizzando l’app della propria banca con il nostro smartphone da qualche centinaio di euro. Già l’oggetto è appetibile di per sé, in più aver a disposizione per lo meno informazioni sensibili come quelle contenute in un conto corrente può essere un problema.

Vista la grande quantità di sensori presenti in uno smartphone però, si potrebbe sfruttare l’accelerometro e il giroscopio per intercettare degli eventi bruschi come un telefono strappato di mano o simili per far ri-bloccare l’accesso alla propria app bancaria, così da mettere in maggior sicurezza informazioni e risparmi del correntista.

Allo stesso modo per i possessori di smart watch si potrebbe implementare un sistema di blocco da remoto dell’app.

Una funzionalità che probabilmente sarebbe apprezzata solo da una piccola minoranza delle persone che incappano in questo incidente, ma che sarebbe di grande aiuto per la reputazione della banca nei racconti dei malcapitati.

Performance IS User Experience

Per quanto possa sembrarci ovvio a leggerlo, come per tutti gli altri elementi di design, non solo visuale o strutturale, l’attenzione alla performance, il feedback e il fatto che le feature offerte funzionino correttamente rappresentano una chiave fondamentale per la costruzione della fiducia di un momento delicato per l’utente: l’accesso ai propri risparmi dallo Smartphone.

Conclusioni

Le soluzioni che abbiamo proposto non sono soluzioni rivoluzionarie; sono però soluzioni dettate dalla capacità di seguire delle buone pratiche di progettazione nell’interesse specifico del proprio asset principale: il correntista.

In particolare sono suggerimenti che sono emersi seguendo un

processo progettuale preciso.

Che parte dal bisogno e dalle necessità delle persone, che magari hanno già una loro esperienza pregressa con le app degli istituti bancari, e che possono far emergere delle considerazioni preziose per chi deve decidere le sorti di prodotti diretti ai propri correntisti nel loro, ed in fin dei conti del proprio, interesse.

(1) Sono stati esclusi dalla ricerca i gruppi più grandi perché la loro offerta di direct banking sembrava più indietro di questi player.

Capitolo 2
Una ricerca sulle App di Direct Banking italiane

Esperienza utente, la Coop e le casse veloci.

Comunque come socio Coop da una quantità sterminata di anni credo di aver risparmiato decine di ore pagando direttamente alla suddetta cassa, usando per lo più il bancomat, o comunque il denaro elettronico di cui sono un grande fan.

Quando il feedback è inutile o contraddittorio per l’esperienza utente.

Oggi, come sempre, mi avvicino alla cassa fatidica – che per qualche ragione gli esseri umani snobbano, a patto che poi ti guardano come un extra terrestre che sta cercando di passargli davanti – per pagare velocemente.

Sparo il mio lettore sulla modalità bancomat, e mi chiede di passare la carta. Memore di essere nel 2014 metto il bancomat nell’apposito pertugio chip.
Il salvatempo emette un lamento, e mi sputa questo scontrino.

Al ché infastidito, passo la carta magnetica certo che fallirà.

Il successivo scontrino non si fa attendere.

Proviamo con una carta di credito – un’altra chiaramente – e il sistema antitaccheggio segnala l’opportunità di fare una rilettura – un modo casuale di fare controlli sulla spesa e il pagamento fai-da-te.

Ora un utente normale chiamerebbe la cassa assistita, senza tante storie, ignaro o inconscio di aver appena subito una pessima esperienza utente.
Io ci scrivo un post per dire che forse in questo caso, che poi tanto limite non è, potrebbe essere grandemente migliorata l’esperienza utente.
Mi sarei accontentato di un solo scontrino di carta termica stampata (eh sai la sostenibilità), che mi desse un feedback di un problema sulla carta.

Insomma, ognuno la propria perversione, in attesa che attivino l’app per smartphone anche nel mio supermercato di fiducia.

Capitolo 3
Una ricerca sulle App di Direct Banking italiane

iOS 9 beta 3 – una review da utilizzatore precoce.

Si avvicina il momento in cui uscirà iOS 9 e siamo già alla BETA 3, la prima davvero utilizzabile da non temerari utilizzatori come lo sono stato io – avendolo installato circa 15 giorni orsono.
Tra le cose che saltano più all’occhio c’è chiaramente la scelta di usare San Francisco come unico font, per la prima volta sviluppato interamente da Apple, a discapito di Helvetica.
Ma molto, molto di più si nasconde sotto le spoglie di questa major release che sarà probabilmente rilasciata a fine settembre, come tutte le altre da tradizione Apple.

Ma andiamo per ordine.

Impatto visivo

Devo ammettere che la scelta di un font diverso su tutto il sistema operativo me lo fa percepire più curato e più ecosistema.

Complessivamente lo trovo più leggibile e più adatto al digitale di Helvetica perché, senza voler far partire flame da typolover, in fondo è stato anche pensato per essere stampato il nostro eroe a cui siamo tanto legati.

In questa versione del sistema operativo poi non solo hanno adottato un peso di San Francisco più corposo, ma hanno anche optato per un tracking a volte più generoso che contribuisce a una migliore leggibilità soprattutto nelle dimensioni più sacrificate.

Lo screenlock a tema cosmonauta con San Francisco Lo screenlock a tema cosmonauta con San Francisco

Funzionalità e usabilità

È chiaro che stiamo ancora parlando di una pre-release e in quanto tale ci sono feature che devono ancora stabilizzarsi, e migliorare. Ma nel momento in cui una società come Apple decide di rilasciare una Beta pubblica mi pare chiaro che lo faccia sulla base di criticità note ed accettabilmente minori.

Notifiche

Una delle funzionalità che più ho patito sin da iOS 7 è stata la gestione delle notifiche che, essendo raggruppata per applicazione, impediva la mia volontà di ripulire le notifiche periodicamente di farlo in un modo semplice, immediato e definitivo.

Eureka! Finalmente le notifiche sono raggruppate per data!

Non che fosse impossibile in verità da raggiungere come concetto eh… ma a volte mi danno proprio la sensazione di non aver mai messo davvero qualcuno a testare le feature che rilasciano – vedi Antenna Gate, o Bend Gate.

Notifiche, finalmente raggruppate per data e non per App. Notifiche, finalmente raggruppate per data e non per App.

Pro-active

Ho usato per un po’ un telefono Android, anzi IL telefono Android perché tutto il resto è noia, diceva il buon Califfo: un One Plus One, che ha tenuto botta al mio odio nei confronti del robottino verde di Google per un po’, finché il microfono non ha deciso di suicidarsi.

Questo preambolo per dire che Google Now l’ho usato e non è un segreto che questa feature vuole ad andare a colmare il gap con Google.

Al momento offre notizie, app consigliate, contatti più frequenti e posti vicini, con un approccio diverso – non card-based ad esempio – rispetto a Google Now, e non mi pare supporti al momento un sistema di machine learning come lo supporta Google Now (per chi se lo sta chiedendo, tutte le volte che dite all’assistente di G. che qualcosa non vi interessa lui lo penalizza nei successivi risultati da mostrarvi).

Il giudizio su questo al momento è sospeso.

La schermata dei suggerimenti di Proactive La schermata dei suggerimenti di Proactive

Siri

Sono ragionevolmente contento, al momento in cui scrivo, del fatto che la beta supporti già discretamente bene l’italiano. Trovo Siri responsiva probabilmente tanto quanto su iOS 8. Questo mi è sufficiente per ora, ma i test che ho fatto di ricerche contestuali hanno dato risultati insoddisfacenti… Da rivedere.

Ci vogliamo bene, Siri ed io. Ci vogliamo bene, Siri ed io.

Mappe

Dopo lo scandalo delle Mappe che non funzionavano su iOS 6, ce n’è più o meno uno a major release su iOS – ma non affrettatevi a fare gli hater, vale su tutti i sistemi operativi, le mappe sono un’alternativa abbastanza affidabile come soluzione, almeno nelle città. Chiaramente è solo da quest’anno che Apple ha deciso di mandare in giro le proprie auto a mappare il territorio, finora ha acquistato i dati da terzi (è una cosa che faremmo bene a tenere a mente quando compariamo questa soluzione con Google Maps).

Comoda, devo dire, l’implementazione dei punti di interesse che finalmente includono anche in Mappe, una cosa che è presente dentro Google Maps da un paio di ere geologiche.
Anche qui però, da rivedere, vista la maturità del software e la peculiarità dei dati in Italia – notoriamente le beta sono più affidabili e avanti intorno alla Valley ;).

Point of interests, please! Point of interests, please!

Tastiera e autocorrettore

Uno degli incubi più neri di iOS. La tastiera predittiva – non solo in italiano – che fa delle correzioni ardite.
Capiamoci: le fa ancora.

Uno dei tanti esempi di autocorrection #fail Uno dei tanti esempi di autocorrection #fail

MA! Stavolta se scrivi una parola nel tuo gergo consueto e gliela fai imparare non devi impazzire a fargliela aggiungere. Lo fa da solo, e questa cosa ovvia mi pare un sogno. Piccolo eh, ma un sogno.

Task manager

Una delle mie fissazioni preferite. Perché se non l’avete capito mi piace chiudere le cose aperte…
Ci ho scritto anche un post nella rubrica Usability Pills a proposito: per proporre l’introduzione di un pulsante che chiuda tutte le app insieme. Ad onor del vero neanche il negletto Lollipop ne ha uno, e non farà eccezione neanche iOS 9, con buona pace del sottoscritto. Eppure ci starebbe proprio bene. C’è anche il posto stavolta per metterlo comodo comodo.

Slack ios 9 beta 3 review nois3 carlo frinolli Il mio preferito tra tutti… il multitasking

 

Performance e durata della batteria

È vero che lo dico spesso e lo twitto altrettanto spesso che Performance is User Experience ma in questo caso sospendo – momentaneamente – il giudizio sulla velocità delle performance. Il software è diventato da poco stabile e non sarebbe corretto darne una valutazione in pieno sviluppo. Probabilmente con la prossima beta, con cui aggiornerò questo post, si potrà dare una valutazione realistica.

Per quanto riguarda invece la durata della batteria al momento non ho notato particolari deterioramenti rispetto ad iOS 8. Questo lascia sperare a un significativo guadagno visto che di ottimizzazioni secondo me non ce n’è ancora traccia in iOS 9, ma tutto è da vedere se riuscirà a mantenere la promessa di dare un po’ di ciccia in più durante il giorno.

Conclusioni

Non ho in effetti ancora installato iOS 9 su iPad, il povero tablet infatti giace scarico in casa, visto che l’aumento delle dimensioni del telefono (One Plus One da 5.5” prima – detto amabilmente il vassoio porta tazzine – e iPhone 6 da 4.7” poi) mi hanno scoraggiato dall’usarlo, ma mi devo dire soddisfatto di questo aggiornamento. E anche speranzoso che con la fine degli sviluppi le novità più succose che riguardano Siri e affini si stabilizzino e migliorino.

Insomma, attendere prego…

p.s.: in questo post nessun nøve ha subito violenza, con buona pace del mio collega e socio Emanuele.

Capitolo 4
Una ricerca sulle App di Direct Banking italiane

Pillole di quotidiana (in) usabilità

O meglio, le ho sempre viste drammaticamente sbagliate, ma poi appunto ho realizzato quelle che potevano essere delle piccole migliorie.

Ve le propongo in questo post, che vuole anche iniziare una piccola serie: Usability pills.

TL,DR: “Cosa mi porto a casa?”

Una nuova proposta per l’interfaccia delle opzioni di gelocalizzazione su iOS: un task piccolo e atomico, un riallineamento più l’implementazione di una funzione di filtraggio/ricerca.

A quale problema risponde

Personalmente mi piace controllare quali delle app che ho installate (e non sono poche) possono accedere e quando alla mia posizione. Ad esempio non permetto di farlo a Facebook, o ad app affini. Quindi la mia esigenza è quella di avere un modo veloce e efficace per controllare lo stato di geolocalizzazione e capire se sta usando la posizione proprio quell’app.

L’interfaccia a disposizione di iOS7 al momento ti permette solo di scrollare un lungo elenco di app con lo switch acceso spento, con l’icona della bussola che si illumina solo se c’è un app effettivamente attiva in quel momento. L’ho sempre trovato doloroso e complicato.

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La nostra soluzione

In sostanza si tratta di aver rivisto un po’ l’ordine dei servizi che possono accedere alla geolocalizzazione GPS sul telefono, mettendo in cima quelli che possono farlo, fornendo un modo rapido per filtrare tra le centinaia (:P) di app che hanno questa opzione e che potreste aver installato per verificare se possono o no accedere alla vostra posizione.

Lo abbiamo fatto nella speranza, più che di fornire una soluzione geniale a un problema di tutti i giorni, per stimolare una discussione sulla soluzione di piccoli dettagli di usabilità che possono far risparmiare tanto tempo, e tanto dolore, agli utenti – magari avanzati – che li usano.

iOS8

Qualcuno mi dirà: ma perché ora? Sta per uscire iOS8. Beh intanto perché iOS8 risolve solo in parte il problema: assecondando le loro linee guida hanno scelto una label descrittiva per definire lo stato dell’app, accanto allo switch, al posto della sola icona colorata; bene! Ma il problema del filtraggio non è ancora stato affrontato.

Non credo di essere l’unico ad avere questo tipo di esigenza, avendo tante app installate, per cui sharing is caring.

Chissà magari farà pensare qualche designer, magari no.

Capitolo 5
Una ricerca sulle App di Direct Banking italiane

Pillole di quotidiana (in)usabilità: multitasking per iOS.

Nel mio peregrinare sui vari OS Mobile che ho compiuto da ottobre 2014 fino ad aprile, ci sono due cose che invidio ad Android più di altre: il pulsantino per marcare tutte le notifiche come già lette, e il pulsantino per chiudere tutte le app aperte in precedenza.

L’assenza del secondo più del primo, mi risulta incomprensibile su iOS.

Con un piccolo, piccolissimo intervento sulla User Experience potrebbero aumentare non solo la facilità dell’utente di chiudere tutte le applicazioni che giacciono dormienti sul proprio device, ma anche migliorarne le prestazioni oltre all’usabilità.

Mi ricordo infatti, qualche anno fa ero da un cliente con un iPhone le cui prestazioni erano ridicolmente lente. Quando ho visto la quantità di app dormienti, mi sono reso conto di quale fosse il problema. Legittimamente il cliente aveva un telefono pieno di foto, musica e app installate, e con poco spazio rimasto libero.

In linea teorica questo non avrebbe nulla a che fare con il multitasking e John Gruber spiega perché secondo lui non sarebbe necessario avere un pulsante per chiudere tutte le app in un colpo:

The iOS multitasking bar is not like the command tab switcher on Mac or Windows. It is not a list of currently “running” applications. It is simply a list of your most recently used applications, whether they’re running in the background, suspended in memory, or completely inactive.

Però per farla breve e non troppo complessa le app dormienti occupano uno spazio sul dispositivo, riempiendolo ulteriormente. Averne molte dormienti contribuiva quindi a renderlo meno performante.

Inoltre ci sono utenti come me che magari hanno la volontà di chiudere in poco tempo le app con cui stavano interagendo e che si sono affastellate fino alla ruggine, ed ora quest’operazione è un po’ dolorosa e lunga.

Insomma non ci vedo controindicazioni nel fare un’operazione come questa.

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Chiaramente non vuole essere LA SOLUZIONE™ e anzi apre una serie di questioni come:

“Cosa fare dell’app che stavo usando poco prima di accedere al task manager?”
“Dovremmo chiedere una conferma prima di chiudere tutte le app?”
“Qual è la risposta alla domanda sulla vita, l’universo e tutto quanto?”

Tutte domande legittime, la cui risposta è aperta.
Tranne ovviamente l’ultima.

P.S.: I più attenti avranno notato un riferimento alle notifiche. Ne scriverò perché è un altro dei dolori che iOS mi provoca, quotidianamente.

Capitolo 6
Una ricerca sulle App di Direct Banking italiane

Pillole di quotidiana (in)usabilità: tutte le direzioni.

Ovvero di chi si dimentica di essere un utente quando si trova dall’altra parte della barricata.

Per chi fa il nostro lavoro, anche andare in vacanza non significa smettere di notare certe cose. Specialmente quando si va in un posto in cui non si conoscono le strade, e il 3G – grazie 3 dell’assistenza – è piuttosto una chimera. Ed è esattamente in questo istante che si prospetta davanti a voi il cartello: “TUTTE LE DIREZIONI”.

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In fondo, prima che dedicassimo mille e più disquisizioni su quanto sia importante lo user journey quando progettiamo uno dei nostri ammennicoli, siamo stati tutti un po’ viaggiatori. Chi di noi non si è trovato dinanzi a una disarmante pletora di cartelli stradali che puntano ovunque, con pochissimo tempo per decidere dove svoltare, o peggio – come dice il titolo di questo post – davanti al temibile: “TUTTE LE DIREZIONI”, salvo poi avere accanto il cartello Centro che punta altrove.

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Oppure state cercando una via particolare, e il brillante installatore di toponomastica cosa decide di fare (o se preferite il più brillante installatore di pali della luce…)

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Ebbene, la mia conclusione, per chi è arrivato a leggere fin qui è semplice: perché quando siamo per strada abbiamo ben presente quanto sia dolorosa una scelta confusionaria come queste di cui abbiamo (sor)riso tutti una volta ogni tanto, e quando invece siamo davanti a un nuovo progetto ci dimentichiamo di essere utenti? Proviamo a pensare a TUTTE LE DIREZIONI quando stiamo facendo una scelta, potrebbe essere un buon metodo – per lo meno di buon senso – per validare la stessa. Ovviamente non voglio farvi la morale, ma è una piccola riflessione che mi è venuta in mente in ferie, e quindi ve la condivido.

Update!

Perché in fondo, è importante non introdurre barriere architettoniche.

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WMP App – Minorca World Medicine Park

Un'app multipiattaforma che coinvolge gli ospiti dell'evento // 2014

Minorca World Medicine Park è l’incontro globale della health care community che riunisce ogni anno a maggio più di 1500 medici e altri operatori sanitari di tutto il mondo.

Experience Design ~ Front-end ~ Mobile Development
Il programma dell'evento

App wmp2014


L’app cross platform WMP2014 permette ai congressisti di accedere in qualsiasi momento alle informazioni della conferenza.

Monitorare il programma, consultare le schede informative su interventi e relatori, cercare le venue sulla mappa e ricevere le ultime notizie sull’evento sono le funzionalità base di quest’app per eventi e congressi.

Grazie a notifiche push, l’organizzazione ha inoltre la possibilità di segnalare in real time importanti aggiornamenti ai partecipanti, gestire cambi di programma o comunicare importanti opportunità di incontro diventa così un facile gesto.

Informazioni Sulla Conferenza a portata di Mano

Ingaggia e Informa


Per potenziare l’informazione e le possibilità di networking tra i partecipanti abbiamo sviluppato un’app cross platform (iOS/Android) che fornisce sia le informazioni logistiche e contenutistiche della conferenza sia un sistema di messaggistica istantanea privata per lo scambio tra gli ospiti dell’evento.

Chat e Feedback


Chat for Event Guests.

Lo scambio tra partecipanti durante un evento è fondamentale per avviare nuove opportunità.
Con il sistema di messaggistica istantanea singoli o gruppi di utenti posso conversare tra loro in app ed essere avvisati tramite push notification anche quando l’applicazione è chiusa.

Spazio Q&A e Feedback Istantaneo.

Una sezione dedicata ai feedback e Q&A invita gli utenti a partecipare attivamente alla conferenza inviando il loro feedback e le proprie domande sugli interventi: l’organizzazione potrà pubblicare i contributi su un maxi schermo brandizzato, previa moderazione sul nostro back-office.

Messaggi Sponsorizzati.

L’Applicazione WMP2014 ha dato la possibilità agli organizzatori di offrire ai propri sponsor un’ulteriore risorsa di visibilità. Sempre attraverso le notifiche push, è stato possibile inviare messaggi promozionali a tutti o a un target specifico di utenti della chat.

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I dettagli della chat

La soluzione tecnica


Per distribuire un’app veloce ed accattivante per gli utenti, abbiamo scelto di sviluppare usando framework che conciliasse al meglio l’esperienza dell’utente e le molteplici esigenze degli organizzatori. A fianco a questo citiamo lo sviluppo dell’API di Chat messaging e per le domande da porre in real time agli speaker, realizzata tramite web service Ruby On Rails.

Le tecnologie dell'applicazione

Cross-platform


Abbiamo quindi puntato sul framework cross platform Titanium Appcelerator con due approcci in parallelo, il tutto ovviamente sia per iOS che per Android.
Uno che visualizza per la parte di consultazione (about, program, schedule, faculty, news) che include pagine web locali che accedono a una API REST esposta dal sito ufficiale su WordPress, l’altra parte riservata dedicata a chat, rubrica, feedback e question viene invece gestita direttamente dallo sviluppo custom fatto su Titanium Appcelerator assieme ai nostri partner di Softarchitect, startup di Alessio Ricco.

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